lunedì, luglio 31, 2006

Coerenti fino in fondo...

Anche davanti a una strage di bambini, il Consiglio di Sicurezza quando tratta la crisi mediorientale non si smentisce. In una riunione d'emergenza, il Segretario generale Annan aveva chiesto con forza una "condanna senza mezzi termini" di Israele, mentre il Consiglio ha deplorato "la perdita di vite umane e l'uccisione di civili..." grazie all'intransigenza del baffuto ambasciatore americano Johnn Bolton . Si rammarica, si compassiona, si compiange ma niente di più, nessuna decisa condanna di chi ha commesso un crimine di guerra. Tanto, se si farà, sarà tutto coperto da un Trattato di pace.
Nessun lontanissimo accenno a un cessate-il-fuoco. Si continua, a discrezione di Israele.

domenica, luglio 30, 2006

Un crimine contro il proprio futuro, un crimine contro la pace in Medio oriente

Sono sconcertato e provo vergogna verso i paesi leaders della Comunità internazionale per non aver intimato da subito un chiaro alt alle operazioni militari in Libano e Israele/Territori occupati. La credibilità delle Nazioni Unite, e in primis del Consiglio di Sicurezza, è stata distrutta. Quest'ultimo è, e continua ad essere, impotente, come sempre grazie al veto americano, di fronte a una immane tragedia che ha provocato la morte già (per non parlare dei feriti, a migliaia) di quasi 700 libanesi e 60 israeliani, per la maggior parte civili (per non parlare dei palestinesi nei territori occupati che muoiono quotidianamente senza fare clamore). E' riuscito a fatica, per le obiezioni della delegazione statunitense di non esporre chiaramente la responsabilità dell'esercito israeliano nel "deliberato" e "coordinato" attacco contro una postazione ONU nel sud del Libano che ha causato la morte di quattro osservatori, a partorire un comunicato dove si esprime che "the Security Council is deeply shocked and distressed by the firing by the Israeli Defense Forces on a United Nations Observer post in southern Lebanon on 25 July 2006, which caused the death of four United Nations military observers". Mentre si bombardava e si moriva, il principale organo delle Nazioni Unite che detiene "la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale... al fine di assicurare un'azione pronta ed efficace" (art. 24 Carta ONU), non aveva altro che dibattere una risoluzione sulla Corea del Nord per i suoi test balistici. Certamente, se la Comunità internazionale non è unanime nel richiedere il cessate il fuoco senza condizioni, a qualcuno conviene. Human Rights Watch ha denunciato l'uso indiscriminato delle micidiali bombe a grappolo (cluster bombs) da parte dell'aviazione israeliana su aree urbane, così come le bombe al fosforo bianco. I produttori americani di armi che riforniscono Israele, via Londra, sorridono e gioiscono alle tonnellate di bombe che vengono riversate in Libano svuotando gli arsenali, rassicurati dalle dichiarazioni pubbliche del Presidente Bush e del Segretario di Stato Rice che sottolineano una riluttanza a fermare la forza militare di Tel Aviv. Solo una semplice moderazione (restraint) delle operazioni che, in sostanza, tradotta nel gergo militare equivale a un semaforo verde. Tralasciando le disquisizioni e le speculazioni politiche sulla ricerca delle cause del precipitarsi di questa crisi attuale in Medio oriente, cito alcuni passi della dichiarazione pronunciata davanti al Consiglio di sicurezza dell'ONU di Jan Egeland, alto funzionario dell'ONU e capo delle questioni umanitarie di ritorno dalle zone disastrate che ha toccato con mano gli effetti di una guerra brutale e insensata:

"The Middle East is at a crossroads. My fear is that more violence, more missiles, more terror, and more destruction creates more anger, more hatred, and more disillusioned youths, and ultimately leads to less security throughout the region. Civilians on all sides are the losers of this endless cycle of violence...I urged the Foreign Minister and the Defence Minister of Israel in my meetings to review the conduct of the air strikes and bombardments to avoid excessive use of force that inflicts disproportionate suffering on the civilian population. When there are clearly more dead children than actual combatants, the conduct of hostilities must be reviewed. At the same time, I repeatedly and publicly appealed from within Lebanon that the armed men of Hizbollah must stop their deplorable tactic of hiding ammunition, arms, or combatants among civilians. Using civilian neighborhoods as human camouflage is abhorrent and in violation of international humanitarian law... Civilians must be protected at any cost. If there are many more dead children in a conflict than armed men, there is something fundamentally wrong, not only with how the armed men behave and where they hide, but also with the way the response is being conducted".

Tutto questo si chiama "legittima difesa" oppure "terrorismo" e "crimini di guerra"?