domenica, ottobre 20, 2013

Un paese credulone, troppo.

In Italia si lascia troppo spazio e si alimenta nel contempo l'affidarsi a persone che danno risposte superstiziose a problemi e curiosità della vita. In un paese dove ancora, purtroppo, si è in presenza di un personaggio che ha a disposizione uno spazio televisivo in una rete pubblica (RAI 2) per imbonire una vasta platea di persone con l'oroscopo, dove (ancora) si ha necessità di rifugiarsi a maghi e maghette, dove scrittori cavalcano l'ingenuità delle gente prosperando su segreti e misteri della Bibbia, il futuro non appare roseo. 
Il filoso Baruch Spinoza a ragione bollava la religione come fonte di «superstizione istituzionalizzata» e per le sue idee venne bandito dalla comunità ebraica (herem) di Amsterdam  e dalla cristianità cattolica e riformata del tempo. Nella sua opera alquanto controversa per i contemporanei e non, TRATTATO TEOLOGICO-POLITICO (1670), scrisse:

«La religione non risiede tanto nel seguire fedelmente gl'insegnamenti  dello Spirito Santo, quanto nel difendere ciò che gli uomini hanno escogitato; anzi, al punto che la religione non consiste nella carità, ma nel seminare discordie e nel propagandare un odio del tutto insensato, che viene camuffato sotto il falso nome di zelo divino o di ardente devozione. A questi mali si è aggiunta la superstizione, che insegna agli uomini a disprezzare la ragione e la natura a ad ammirare e venerare ciò che ad esse è contrario. Per cui non c'è da meravigliarsi che gli uomini, per ammirare e venerare di più la Scrittura, si ingegnino a spiegarla in modo che appaia il più possibile in contrasto con esse, cioè la ragione e la natura; perciò essi sognano che nella Scrittura siano nascosti profondissimi misteri e trascurate tutte le altre cose utili, consumano le loro forze nell'indagare tali misteri, cioè delle assurdità, e tutto quanto immaginano nel loro delirio lo attribuiscono allo Spirito Santo e si sforzano di sostenerlo con la massima forza e con impeto passionale. Gli uomini, infatti, sono fatti in modo che tutto quanto concepiscono con l'intelletto puro, lo sostengono con il solo intelletto e la ragione, mentre tutto quanto suppongono sotto l'influenza delle passioni dell'animo, lo sostengono in modo altrettanto passionale» (Cap. 7)                                                                                                        «Non mi stupirò dunque mai abbastanza degli ingegni di coloro i quali vedono nella Scrittura misteri così profondi da non poter essere spiegati da nessuna lingua umana, e che, quindi, hanno introdotto nella religione tante cose di speculazione filosofica da far apparire la Chiesa un'Accademia e la religione una scienza, o piuttosto una disputa» (Cap. 13)   

E' troppo difficile seguire il comandamento generico intriso nella Bibbia «ama il tuo prossimo» e non pensare a Dio in termini antropomorfi, senza quindi ricompensa/punizione?