domenica, dicembre 14, 2014

La sacralizzazione dell'amore

Davanti allo stillicidio di donne ammazzate dai loro uomini vorrei avanzare il mio pensiero per provocare e nel contempo rifllettere su questa allarmante realtà. Il contesto sociale è il matrimonio cattolico in un paese come l'Italia dove almeno formalmente il 98% è battezzato, ma includo anche il rapporto generico continuativo tra uomo e donna. Certamente la spinta a questi atti estremi testimonia la fragilltà, l'insicurezza, la paura degli uomini nel relazionarsi con una donna che di fronte alla temuta fine di un rapporto reagiscono con il metodo violento (e più semplice), fuggono dalle proprie responsabilità.
Ci sono, seppur indirette, responsabilità del matrimonio cattolico, cosiddetto "indissolubile"? Perché gli sposi promettono amore e fedeltà fino alla fine giorni, per sempre? Parole forti per chi ha sentimento religioso dette in una cerimonia solenne ma che nascondono una insidia: la sacralizzazione dell'amore.
Considerare uno dei sentimenti più naturalì, più istintivi, più belli della persona nei confronti del prossimo su un piano diverso, su una dimensione divina significa separarlo dalla realtà concreta per farlo continuare a vivere in una realtà ideale, a volte in stridente contrasto. La sicurezza e la protezione della benedizione di un Dio che proteggerà la nuova unione e soprattutto renderà indissolubile il legame, a prescindere dai comportamenti umani, «l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (Mt 19,6), è una specie di consolazione. E quando l'amore tra due persone finisce? Quando la realtà cambia direzione? E' una cosa del tutto naturale e non dico che è un'eccezione o al giorno d'oggi una normalità, affermo solo che è un fatto assolutamente normale vedere che il sentimento possa scemare e terminare. Invece ecco dischiudersi la tragedia, ecco fuoriuscre la violenza che colpevolizza la persona, ecco la paura di affrontare le proprie responsabilità mentre per Dio, che non sbaglia mai, l'unione rimane indissolibile, eterna, immodificabile. Imputare la colpa è sempre una necessità e non una delle tante eventualità che accadono durante il corso vita proprio perché si rende sacro l'amore, ci si aggrappa a questa metafisica quasi che fosse equiparabile a un possesso indissolubile
Per non scadere nella superficialità dovremmo prendere in considerazione altre tematiche correlate come la dignità della donna, la morale sessuale cattolica, ma credo che anche inconsapevolmente il matrimonio cattolico abbia le sue responsabilità per l'influenza su menti fragili.
Ecco come si espresse il biblista Giuseppe Barbaglio tratto dal  libro di Carmelo Abbate "Sex and Vatican. Viaggio segreto nel regno dei casti":
«L'amore tra maschio e femmina vale per se stesso: non ha bisogno di benedizioni sacre. L'amato e l'amata non sono marito e moglie, ma maschio e femmina. L'amore non ha bisogno di essere reso onesto da una struttura giuridica. Non è il matrimonio che rende onesto l'amore, se mai sarà il luogo dove si vive. L'amore ha una dimensione profondamente corporea, erotica: non ha bisogno di essere coonestato da spiritualizzazione»
E' il buon senso... che però fatica tanto a farsi strada. Sapere aude! 

mercoledì, settembre 17, 2014

Riflettere d'Holbach

Fresco di lettura del "Buon Senso" sono rimasto piacevolmente sorpreso di questa operetta scritta nel 1772 in un'epoca dove iniziavano a serpeggiare i fermenti rivoluzionari nella Francia d'ancient régime, e nel contempo attualissimo nel contenuto materialista e dissacrante che tenta di strappare le fantasie degli uomini su un Dio costruito e ricondurle al buon senso. Un titolo brillante e azzeccatissimo che già il barone ne dà la chiara definizione nella prefazione: «quella parte della capacità di giudizio che è sufficiente per conoscere le verità più semplici, per rifiutare le assurdità più manifeste, per rimanere colpiti da contraddizioni evidenti».
E' un post particolare, diverso da tutti i precedenti in cui elencherò i passi e le frasi a mio parere più significativi  con l'avvertenza di leggerli senza alcun pregiudizio:

«L'abitudine non ragiona mai»
«Gli uomini saranno buoni quando saranno ben istruiti»
«La verità è semplice, l'errore è complicato»
«Gli uomini sono infelici solo perché sono ignoranti»
«La teologia è un insulto continuo alla ragione»
«Il mondo visibile è scomparso per far posto a plaghe invisibili. La ragione è costretta a cedere all'immaginazione»
«La religione sostiene che l'uomo non può smettere per un solo istante di fantasticarci sopra [Dio]»
«La religione sia l'arte di tenere occupate le menti limitate degli uomini su ciò che esse non sono in grado di comprendere»
«La nozione di Dio non entrerà mai nell'intelletto umano»
«Quando si ha paura, si cessa di ragionare»
«Il superstizioso vuole aver paura, la sua immaginazione lo richiede»
«Gli uomini sono dei malati immaginari»
«Se la religione fosse chiara, avrebbe molto meno attrattiva per gli ignoranti. Essi hanno bisogno di oscurità, di prodigi, di misteri, di terrori, di favole, di cose incredibili che li facciano sempre lavorare di fantasia. I romanzi, le leggende tenebrose, i racconti di fantasmi e di stregoni esercitano sulle menti del volgo ben più fascino che le storie vere. In fatto di religione, gli uomini non sono che dei grandi bambini. Più una religione è assurda e piena di stranezze, più acquista diritti su di loro. Il devoto si crede obbligato a non porre alcun limite alla propria credulità: più le cose sono inconcepibili, più gli sembrano divine; più sono incredibili, più egli s'immagina che il credervi sia un merito» [Cfr: "Credo perché è assurdo" di Tertulliano]
«I teologi trattano gli uomini come fanciulli, che non fanno mai obiezioni sulla veridicità dei racconti che ascoltano»
«Adorare Dio significa adorare le finzioni del proprio cervello, o, meglio ancora, non adorare nulla»
«Tutti i bambini son atei: essi non hanno alcuna idea di Dio»
«Gli uomini credono in Dio fidandosi soltanto di coloro che non ne sanno niente di più che essi stessi»
«La religione passa dai padri ai figli, come i beni di famiglia coi loro gravami. Ben pochi nel mondo, avrebbero un Dio, se qualcuno non si fosse preso cura di darglielo. Ciascuno riceve dai suoi genitori e dai suoi maestri il Dio che essi hanno ricevuto a loro volta; ma, seguendo il suo carattere peculiare, ciascuno lo aggiusta, lo modifica, lo dipinge a modo suo» [Cfr: "la Chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio" di Leonardo Sciascia nel Giorno della civetta]
«Il cervello dell'uomo è, soprattutto nell'infanzia, una cera molle, soggetta a ricevere tutte le impronte che vi si vogliono effettuare. L'educazione fornisce al bambino quasi tutte le sue credenze in un periodo in cui egli è incapace di giudicare da sé. Noi crediamo di aver ricevuto dalla natura o di aver portato con noi fin dalla nascita le idee vere o false che. in tenera età, sono state introdotte nella nostra testa. E questa convinzione è una delle più gravi cause dei nostri errori»     
«L'universo è una causa, non è per niente un effetto. Non è per niente un'opera»
«Il mondo è causa di se stesso»
«La materia agisce da sé, e cessate di affannarvi a ragionare sul vostro motore spirituale che non ha niente di ciò che occorre per metterla in azione. Rientrate dalle vostre inutili evasioni; ritornate da un mondo immaginario al mondo reale; attenetevi alle "cause seconde"; lasciate ai teologi la loro "causa prima"di cui la natura non ha bisogno per produrre tutti gli effetti che vedete»
«L'uomo è intelligenza... Nulla sia più raro che vedere l'uomo far uso di questa intelligenza» [vedi l'incipit del blog]
«Vedo che questa macchina ammirevole [l'uomo] è soggetta a guastarsi»
«Ciò che è ordine per un essere è disordine per un altro»
«O teologi, voi non v'intendete mai quando parlate di Dio!»
«L'ammirazione è sempre figlia dell'ignoranza. Gli uomini ammirano e adorano soltanto ciò che non capiscono»
«Adorando Dio, l'uomo adora se stesso»
«Ogni religione è basata sulla felicità che gli uomini si ritengono autorizzati ad attendere dalla divinità»
«Non c'è dunque alcuna vera differenza tra la religione naturale e la superstizione più cupa e servile: Se il teista non vede Dio che dal lato buono, il superstizioso lo vede dal lato più ripugnante. La follia dell'uno è lieta, la follia dell'altro è lugubre, ma tutti e due sono ugualmente deliranti»
«Il Diavolo è utile ai ministri della religione almeno quanto Dio»
«Se gli uomini smettessero di essere tentati e di peccare, il ministero dei preti diverrebbe per essi inutile»
«Il Diavolo, inventato per stornare dalla Divinità il sospetto di cattiveria, ci mostra ogni momento l'impotenza o l'incapacità del suo avversario celeste»
«Se la condotta di Dio è un mistero per me, non è fatta per me»
«Le concezioni irreali e soprannaturali della teologia sono riuscite talmente a sconvolgere nella mente umana le idee più semplici, più chiare, più naturali, che i devoti, incapaci di accusare Dio di malvagità, si abituano a considerare i più duri colpi della sorte come prove indubbie della bontà celeste»
«Così la religione è arrivata a mutare il male in bene»
«Punire la debolezza è il più iniquo degli atti tirannici»
«Le sue idee acquisite [dell'uomo], le sue opinioni, le sue nozioni vere o false sono frutti necessari dell'eduzione che ha ricevuto e che non ha deciso in alcun modo. Le sue passioni e i suoi desideri sono conseguenze necessarie del temperamento che la natura gli ha dato e delle idee che gli sono inculcate. Durante tutto il corso della vita, le sue volizioni e le sue azioni sono determinate dai suoi rapporti con gli altri, dalle sue abitudini, dalle sue occupazioni, dai suoi piaceri, dall'ambiente in cui si trova, dai pensieri che gli si presentano senza che gli lo voglia: in una parola, da una moltitudine di eventi e di accidenti che sono estranei al suo potere»
«Conseguenze necessarie di nostre volizioni e di nostri desideri che non sono mai in nostro potere»
«Gli errori degli uomini sono conseguenze necessarie della loro ignoranza»
«E' impossibile guarire ammalati ostinati che rifiutano le medicine che vengono loro prescritte»
«E' assolutamente impossibile far accettare i migliori argomenti a uomini fortemente interessati al'errore, prevenuti, non disposti a riflettere; ma è più che mai necessario che la verità disinganni le anime oneste che la cercano in buona fede. La verità è una causa: essa produce necessariamente il suo effetto, a meno che il suo impulso non venga intercetto da altre causa che lo bloccano»
«"Gli occhi della fede" devono essere occhi strani se servono a scorgere dei vantaggi nelle disgrazie più terribili e nei mali più duraturi, nei vizi e nelle follie da cui la nostra specie si vede così crudelmente afflitta» [Cfr. il discorso sulle beatitudini di Gesù]
«L'uomo non differisce dagli altri animali che per la sua diversa organizzazione»
«E' con l'esercizio, l'assuefazione, l'educazione che l'ingegno umano si sviluppa e arriva fino ad innalzarsi al di sopra degli esseri che lo circondano: l'uomo senza cultura e senza esperienza è un essere sprovvisto di ragione e di abilità, non meno della bestia»
«Si son viste scoppiare guerre di religione tra le bestie? La crudeltà delle bestie contro quelle appartenenti al altre specie ha per motivo la fame, il bisogno di nutrimento; la crudeltà dell'uomo contro l'uomo ha per unico motivo la vanità dei suoi capi e la follia dei suoi pregiudizi»
«La vanità dell'uomo lo persuade che è il centro dell'universo. Egli si crea un mondo e un Dio per suo esclusivo vantaggio; si crede tanto importante da poter alterare a suo piacimento il corso della natura; ma ragiona da ateo appena si tratta degli altri animali»
«Se coloro che hanno il compito di educare e di governare gli uomini avessero, essi per primi, lumi e virtù, li governerebbero molto meglio basandosi sulla realtà che su vane chimere. Ma furbi, ambiziosi e corrotti come sono, i legislatori hanno sempre trovato più comodo addormentare i popoli con delle fole che insegnar loro delle verità, sviluppare la loro ragione, incitarli alla virtù con motivi sensibili e reali, governarli in modo razionale»
«La grande arte dei teologi è di insufflare il caldo e il freddo, di affliggere e di consolare, di intimorire e di rassicurare»
«Il timore di cessare di esistere è un male reale soltanto per l'immaginazione che, senza fondamento, partorì il dogma di un'altra vita»
«L'immaginazione, una volta dominata da chimere che la stupiscono o la turbano, è incapace di ragionare»
«Le teologia potrebbe a giusta ragione essere definita "la scienza delle contraddizioni"»
«La ragione non può nulla contro l'abitudine»
«Un mistero è sempre una contraddizione, un'assurdità palpabile, un'impossibilità constatata»
«Un mistero è tutto ciò che le nostre guide spirituali non sono capaci di spiegarci»
«Per i ministri della religione è utile che i popoli non capiscono nulla di ciò che vien loro insegnato. Ciò che non si comprende non si può sottoporre a esame; tutte le volte che è buio pesto, si è costretti a lasciarsi guidare»
«Se la religione fosse chiara, i preti non avrebbero tanto daffare quaggiù»
«Niente religione senza misteri. Il mistero è un ingrediente essenziale della religione; una religione priva di misteri sarebbe una contraddizione in termini. Il Dio che serve di fondamento alla religione naturale, al teismo o deismo, è anch'esso il più gran mistero per chi voglia indagarlo»
«E' caratteristico dell'ignoranza il preferire l'ignoto, l'arcano, il favoloso il miracoloso, l'incredibile, perfino il terribile, a ciò che è chiaro, semplice e vero. Il vero non scuote l'immaginazione come il falso, che, d'altronde, ciascuno è libero di foggiarlo a suo modo» [Cfr: "la Chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio"]
«L'amore del semplice e del vero non si trova che nel ristretto numero di coloro la cui immaginazione è tenuta a freno dallo studio e dalla riflessione»
«In fatto di religione gli uomini si guardano a vicenda con odio e disprezzo»
«La devozione è una malattia dell'immaginazione, contratta fin dall'infanzia»
«Il devoto è un ipocondriaco che, a forza di medicine, non fa che aggravare il suo male. Il saggio non prende alcuna di queste medicine, segue un buon regime di vita e, quanto al resto, lascia agire la natura»
«Non si vuol vedere che un Dio pieno di contraddizioni, di capricciosità, di qualità che si escludono a vicenda, scaldando e fecondando l'immaginazione degli uomini non ha mai potuto far sbocciare che una lunga serie di chimere»
«I popoli moderni, istigati dai loro preti, hanno addirittura superato, forse, l'atroce follia dei popoli più barbari: almeno non sappiamo che sia mai venuto in mente ai selvaggi di torturare per delle opinioni, di scrutare i pensieri, d'inquietare gli uomini per i movimenti invisibili del loro cervello»
«Quando vediamo popoli civili e colti - inglesi, francesi, tedeschi ecc. - nonostante tutti i loro lumi, continuare a inginocchiarsi dinanzi al Dio barbarico degli ebrei, cioè del popolo più stupido, più credulo più selvaggio, più insocievole che vi sia mai stato sulla terra; quando vediamo questi popoli illuminati dividersi in sette, sbranarsi a vicenda, odiarsi e disprezzarsi per le idee, tutte egualmente ridicole, che essi hanno sulla condotta e le intenzioni di questo Dio assurdo; quando vediamo persone intelligenti perdere scioccamente il tempo a meditare sulle volontà di questo Dio pieno di capricci e di follie, siamo tentati di gridare: "O uomini! Voi siete ancora selvaggi! O uomini! Non siete che dei bambini, quando si tratta di religione»
«L'indifferenza in materia non può essere confusa con lo scetticismo»
«Ogni rivelazione particolare non è il contrassegno evidente di un Dio ingiusto, parziale, malvagio?»
«Essere empio significa avere opinioni ingiuriose verso il proprio Dio; essere superstizioso significa averne idee errate. Accusandosi volta a volta di superstizione, i diversi religionisti somigliano a dei gobbi che si rinfacciano l'un l'altro la loro deformità»
«I miracolo, lungi dal fare sommo onore a Dio, lungi dal provare la divinità di una religione, distruggono evidentemente l'idea di Dio che ci viene insegnata, l'idea della sua immutabilità, dei suoi attributi non comunicabili ad alcuno, e perfino della sua onnipotenza»
«E' credibile che un Dio abbia bisogno dell'aiuto degli uomini?»
«Il fanatismo religioso è spesso più forte dell'amore per la vita»
«Morire per un opinione non dimostra la verità o la bontà di quell'opinione»
«Morire non dimostra il buon diritto del sovrano al cui interesse tanta gente ha la follia d'immolarsi. Il coraggio di un martire inebriato dall'idea del paradiso non ha niente di più sovrannaturale del coraggio di un uomo d'armi inebriato dall'idea della gloria o tenuto a bada dalla paura del disonore»
«Io non immolerò la mia ragione»
«Io non rinuncerò all'esperienza perché essa è una guida ben più sicura dell'immaginazione, o dell'autorità di certe guide che si pretenderebbe darmi»
«Ognuno [la religione] la accetta a caso e vi si crede sulla parole, senza prendersi la briga di sottoporre ad esame alcunché»
«In fatto di di religione, un curato, un prete, un monaco diventano le guide del pensiero altrui. Le fede supplisce alla debolezza dell'intelletto umano, per il quale la riflessione è, di solito, un lavoro assai penoso; è molto più comodo rimettersi al parere di altri, anziché indagare personalmente» [vedi l'incipit del blog]
«Le religione è una questione d'usanza e di moda»
«La vera religione non è mai nient'altro che la religione del principe»
«La vera religione è sempre quella che ha dalla sua parte il principe e il boia»
«I ministri della religione si sono studiati di rendere la morte spaventosa agli occhi dei loro seguaci»
«Il desiderio di piacere agli altri, la corrente della consuetudine, il timore del ridicolo e di "ciò che se ne dirà", hanno ben più forza di tutte le opinioni religiose»
«Lungi dal servire di freno alle passioni dei re, la religione, per i suoi stessi principi, la lancia a briglia sciolta. Li trasforma in esseri divini, ai cui arbìtri i popoli non hanno mai il diritto di resistere»
«Popoli creduli! Nei vostri guai, raddoppiate le preghiere, le offerte, i sacrifici affollate i vostri templi, sgozzate innumerevoli vittime, digiunate vestiti di saio e giacendo sulla cenere, abbeveratevi delle vostre lacrime, cercate soprattutto di ridurvi in miseria per arricchire i vostri dèi: non otterrete altro che di arricchire i loro preti; gli dèi del cielo vi saranno propizi solo quando gli dèi della terra riconosceranno di essere uomini come voi e daranno al vostro benessere la cure che gli sono dovute»
«Questi preti sono essi stessi molto malati; tuttavia gli uomini continuano a frequentare le loro botteghe e ad aver fiducia nei loro antidoti divini i quali, per loro stessa ammissione, non guariscono nessuno»
«La religione, soprattutto in epoca moderna, impadronendosi della morale, ne ha totalmente oscurato i principi»
«Punire un uomo per i suoi errori non equivale a punirlo per essere stato educato diversamente da voi?»
«Bisognerà imitare il Dio degli ebrei? troveremo in Jahvè un modello della nostra condotta? E' un Dio davvero selvaggio, davvero fatto apposta per un popolo stupido, crudele, e scostumato: è un Dio sempre furente, sempre spirante vendetta che disconosce la pietà, ordina la strage, il furto, l'asocialità»
«Ammirare una morale e metterla in pratica sono due cose molto diverse»
«La religione, per la sua stessa essenza, è la nemica della gioia e del benessere degli uomini. "Beati i poveri! Beati quelli che piangono! Beati quelli che soffrono!". Maledetti coloro che si trovano nell'agiatezza e nella gloria! Tali sono le singolari scoperte annunziate dal cristianesimo!»
«Nella farmacia religiosa vi sono ricette infallibili per calmare le coscienze; i preti, in ogni luogo, possiedono dei segreti di effetto sicuro per disarmare la collera del Cielo»
«Gli uomini considerano la divinità dal lato più conforme ai loro attuali interessi»
«Gli uomini hanno bisogno di un Dio che si irriti e si plachi»
«[Dio] E' un essere che nessuno concepisce e che, di conseguenza, ciascuno s'immagina in un modo diverso» [Cfr. "la Chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio"]
«Basare la morale su un Dio che ciascuno si raffigura diversamente, ciascuno immagina a modo suo, ciascuno aggiusta secondo il proprio temperamento e il proprio interesse significa, evidentemente, basare la morale sul capriccio e sull'immaginazione degli uomini; significa basarla sulle fantasticherie di una sètta, di una fazione, di un partito, che crederanno di avere il privilegio di adorare il vero Dio, ad esclusione di tutti gli altri»
«Ma non sarebbe più umano e più caritatevole prevenire la miseria e impedire ai poveri di pullulare?»
«Una morale legata alla religione le è necessariamente subordinata»
«"Prima della Legge, nessun peccato" [San Paolo, Lettera ai Romani 7,7]. Non c'è nulla di più falso di questa massima. Basta che l'uomo sia quel che è, vale a dire un essere sensibile, perché sappia distinguere ciò che gli fa piacere da ciò che gli dispiace. Basta che un uomo sappia che un'altro uomo è un essere sensibile come lui, perché non possa ignorare ciò che gli è utile o nocivo. Basta che l'uomo abbia bisogno di un suo simile, perché sappia che deve evitare di suscitare in lui dei sentimenti sfavorevoli. Così l'essere senziente e pensante non ha bisogno che di sentire e di pensare per capire che cosa deve fare sia per se stesso, sia per gli altri. Io sento, e una altro sente come me: ecco il fondamento di ogni morale»
«Il timore dei poteri invisibili è di rado così forte come quello dei poteri visibili»
«Le carezze di una donna hanno sempre la meglio sulle minacce dell'Altissimo»  
«La coscienza è la testimonianza interiore»
«La morale, cioè la scienza dei doveri, non si acquista che mediante lo studio dell'uomo e dei suoi rapporti»
«Il devoto non ragiona mai e si guarda bene dal ragionare»
«L'incredulo ragiona, consulta l'esperienza e la preferisce al pregiudizio»
«Non giudichiamo gli uomini dalle opinioni, né le opinioni dagli uomini: giudichiamo gli uomini dal loro comportamento, le opinioni dalla loro conformità con l'esperienza, con la ragione, con l'utilità per il genere umano»
«Qualsiasi uomo raziocinante diviene ben presto incredulo, perché il ragionamento gli dimostra che la teologia non è che un tessuto di chimere, che la religione è contraria a tutti i principi del buon senso, che essa diffonde un'aura di falsità in tutti i rapporti umani. L'uomo sensibile diventa incredulo perché vede la religione, lungi dal rendere gli uomini più felici, è la prima sorgente dei maggiori scompigli e delle calamità permanenti della quali la specie umana è afflitta»
«E' sempre il carattere del'uomo che stabilisce il carattere del suo Dio» [Cfr: "la Chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio"]
«Le eresie, le dispute, gli scismi sono inevitabili. Poiché gli uomini sono costituiti, organizzati, soggetti a mutamenti secondo processi che non possono essere esattamente uguali, come mai potrebbero andar d'accordo quanto ad una chimera che non esiste se non ne loro cervello?»
«Come non avere dubbi sull'esistenza di Dio la cui idea varia in modo così enorme nelle menti dei suoi ministri?»
«L'orgoglio e la vanità furono e saranno sempre dei vizi inerenti al sacerdozio»
«Un Dio che infligge pene eterne è evidentemente il più odioso degli essere che la mente possa inventare»
«Prima o poi, l'errore è costretto a cedere dinanzi alla verità»
«Noi rispetteremo i preti quando diventeranno cittadini»
«Quanto tempo, quanta fatica buttata via per imparare e insegnare cose che non hanno nessuna reale utilità!»
«Invece di far perdere loro tempo in sterili contemplazioni, in preghiere ripetute macchinalmente, in pratiche inutilmente minuziose, invece di opprimerli con digiuni e rinunce perché non si suscita tra loro una salutare emulazione che li induca a cercare i modi di essere utili al mondo, per il quale che voti funesti li obbligano ad essere come morti?»
«Quando il corpo è sconvolto, la facoltà di ragionare si sconvolge anch'essa»
«La religione, per il popolo, non è che una vana ostentazione di cerimonie, alla quale esso è attaccato per consuetudine, che diletta il suo sguardo, che commuove per un momento il suo spirito intorbidito, senza influire sulla sua condotta e senza correggere i suoi costumi»
«Ogni sistema che esige discussione non è fatto per la moltitudine»
«Il volgo, in ogni paese, ha una religione di cui non capisce niente, che non sottopone ad esame e che segue per routine»
«Si scrive solo per chi legge e ragiona; il popolo non legge quasi affatto e ragiona ancora meno. Le persone sensate e pacate s'illuminano, i lumi si diffondono a poco a poco, e, a lungo andare, giungono ad aprire gli occhi anche al popolo»
«Occorrono dunque grandi sforzi di genialità per capire che ciò che al di sopra dell'uomo non è fatto per l'uomo; che il soprannaturale non è fatto per esseri naturali [il titolo della prima edizione del 1772 riporta "Il Buon Senso, ossia idee naturali opposte alle soprannaturali"], che misteri impenetrabili non sono adatti a menti limitate?»  
«Essi [credenti privi di cultura] aderiscono a parole alle credenze ignote dei loro direttori di coscienza; ascoltano assiduamente le prediche; assistono regolarmente alle cerimonie; crederebbero di commettere una grave colpa se trasgredissero a qualcuna delle prescrizioni alle quali, fin dall'infanzia hanno ricevuto l'ordine di conformarsi»
«La religione trattò sempre gli uomini come bambini»
«I primi legislatori dei popoli furono preti; i primi mitologi e poeti furono dei preti; i primi scienziati furono dei preti, i primi medici furono dei preti. Tra le loro mani, la scienza divenne una cosa sacra, interdetta ai profani; essi non parlarono che mediante allegorie, simboli, enigmi, oracoli ambigui: mezzi assai adatti a suscitare la curiosità, a far lavorare l'immaginazione»
«La superstizione assorbe quasi sempre le attenzioni, l'ammirazione e le finanze dei popoli»
«Un mondo ancora troppo inebriato da favole per essere in grado di ascoltare la ragione»
«Grazie alle religione, non è stato mai consentito di pensare ad alta voce o di combattere i pregiudizi di cui l'uomo è dappertutto la vittima e l'ingannato»
  

domenica, agosto 03, 2014

Legare le mani a Israele? No

Il governo israeliano ha deciso in modo ufficioso il ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza della gran parte delle forze militari che hanno causato un'insensata violenza con morti civili e distruzione. Niente tentativi di raggiungere una tregua temporanea, forse anche per non legittimare la parte avversa o forse più semplicemente perché, a sua discrezione, Israele inizia, interrompe o finisce un'operazione di guerra senza alcuna influenza da parte della Comunità internazionale.
Il perché di questo atteggiamento unilaterale? Nella parole di Moshe Dayan del 1955, allora capo di Stato Maggiore, la chiara spiegazione valida ancor oggi:
«Non abbiamo bisogno di un patto di sicurezza con gli Stati Uniti: un tale patto costituirà solo un ostacolo per noi. Non dovremo contrastare affatto alcun pericolo per i prossimi 8-10 anni derivante da un vantaggio della forza araba. Anche se riceveranno massicci aiuti dall'Occidente, dovremo mantenere la nostra superiorità militare grazie alla nostra infinitamente maggiore capacità di assimilare nuovi armamenti. Il patto di sicurezza ci legherebbe solo le mani negandoci la libertà d'azione di cui abbiamo bisogno nei prossimi anni. Le azioni di rappresaglia, che non potremmo eseguire se fossimo legati ad un patto di sicurezza, sono la nostra linfa vitale... rendono possibile per noi mantenere un alto livello di tensione tra la nostra popolazione e nell'esercito. Senza queste azioni avremmo smesso di essere un popolo combattivo e senza la disciplina di un popolo combattivo siamo perduti. Noi dobbiamo gridare che il Negev è in pericolo, in modo che i giovani ci vadano»
(Vivere con la spada: il terrorismo sacro di Israele, Rokach Livia)  
Di questa lucida descrizione Sharett a sua volta deduce quanto segue:
«Le conclusioni tratte dalle parole di Dayan sono chiare: questo Stato non ha obblighi internazionali, è senza problemi economici, la questione della pace è inesistente... Deve calcolare grettamente i suoi passi meschinamente e vivere affidandosi alla sua spada. Si deve vedere la spada come il principale, se non l'unico, strumento con il quale mantenere alto il suo coraggio e tenere la sua tensione morale. Verso questo fine si possono, no - si devono - inventare i pericoli, e per fare questo si deve adottare il metodo della provocazione - e - vendetta ... E soprattutto, speriamo in una nuova guerra con i paesi arabi, affinché possiamo finalmente liberarci dei nostri problemi e acquisire il nostro spazio»
(Vivere con la spada: il terrorismo sacro di Israele, Rokach Livia)  

martedì, luglio 29, 2014

L'equilibrio che non c'é

La ministra degli esteri Mogherini ha esortato giustamente l'opinione pubblica italiana di non cadere nella "partigianeria" a favore di una delle parti coinvolte nel conflitto, ma proprio raccomandando questo vi è il rischio di cadere nell'altra faccia delle medaglia: equiparare e cercare un equilibrio che generalizzi tutto conducendo a una pericolosa decontestualizzazione. Di estrema importanza è rimanere aderenti ai fatti: il buon senso e l'onesta intellettuale non lasciano dubbi e persino uno spettatore che ignori le ragioni storiche e giuridiche non possa vedere l'enorme sproporzione di morti civili, soprattutto bambini, e distruzioni tanto da non poter essere definito "conflitto" l'attuale crisi mediorientale. Finché la politica internazionale non avrà né la volontà né la capacità di vedere una pesante e diversa responsabilità di Israele nei confronti dei palestinesi e agire di conseguenza rimarremo sempre spettatori inermi di queste tragedie.
Riscrivo le parole dello storico israeliano Zeev Sternhell:
"Not intervening for a weak child who needs help against a strong child is intervening for the strong child"

(Haaretz "Prof. Sternhell: Supporters of occupation are not Zionist", 29-09-2008)     

martedì, luglio 22, 2014

Operazioni mirate... sui civili

Un altro bagno di sangue, a cadenza sempre più ravvicinata, l'ennesimo: civili  ma sopratutto bambini, ambulanze, ospedali, scuole e ogni cosa diventa obiettivo militare per l'esercito israeliano in spregio dei basilari principi di diritto umanitario, giustificato dal mito della sicurezza di Israele (solo). I primi giorni e le prime vittime sono passati nell'oblio consapevole e generale dei paesi occidentali ma poi l'avallo ufficiale è uscito per bocca del presidente americano e persino dal segretario delle Nazioni Unite: "Israele ha il diritto difendersi", decontestualizzando l'infinita crisi mediorientale che si protrae da così tanto tempo. Nelle prossime settimane, nei prossimi mesi e anni  questi morti verranno dimenticati e ancor di più i feriti.
La memoria dell'uomo è corta.  
Nel suo diario Sharett scriveva negli anni 1955 e 1961 queste parole attualissime:
«Negli anni Trenta abbiamo trattenuto le emozioni di vendetta e abbiamo educato il pubblico a considerare la vendetta come un impulso assolutamente negativo. Ora, al contrario, noi giustifichiamo il sistema di rappresaglia al di fuori di considerazioni pragmatiche... abbiamo eliminato i freni mentali e morali su questo istinto e reso possibile... per sostenere la vendetta come valore morale». «Il fenomeno che ha prevalso tra noi per anni e anni è quella di insensibilità agli atti sbagliati... alla corruzione morale... Per noi, un atto sbagliato in sé non è nulla di grave, ci svegliamo solo se implica la minaccia di una crisi o di una conseguenza grave, la perdita di una posizione, le perdita di potere o influenza. Non abbiamo un approccio morale per problemi morali, ma un approccio pragmatico per problemi morali... il sangue arabo può essere liberamente versato»
(Vivere con la spada: il terrorismo sacro di Israele, Rokach Livia)                           

domenica, giugno 22, 2014

Tortura e pedofilia

Bisognerebbe ricordare al Papa, che svolge tanto bene la funzione sociologica del cristianesimo, come il Comitato contro la tortura delle Nazioni Unite monitori attentamente i fatti di abusi sessuale di minori perpetrati da persone sotto il suo controllo e non uscire con frasi generiche e retoriche proprio sulla tortura.
Si rilegga le raccomandazioni del 23 maggio (CAT/C/VAT/CO/1) e non pensi che i responsabili andranno all'inferno («Torturare le persone è un peccato mortale, è un peccato molto grave») ma alla condizione delle vittime.
Nel capolavoro di Sciascia "Il giorno della civetta" c'è una frase significativa:
«BELLE PAROLE: LA CHIESA E' TUTTA UNA BELLEZZA»


domenica, gennaio 19, 2014

Mascherare la verità

E' di pochi giorni fa la notizia, alquanto bizzarra, che il Re del Marocco Mohamed VI ha invitato il suo popolo e persino la nutrita comunità ebraica di pregare Dio affinché scongiurasse la prospettiva di una carestia durante questo anno. Dando credito al subdolo comportamento delle autorità marocchine perché non voglio credere alla loro buona fede, l'appello si configura come un vero e proprio caso scuola in cui siamo in presenza di una strumentalizzazione delle credenze finalizzata a mascherare la verità.                      
E siamo nel 2014... ma possiamo ben vedere come le religioni influiscano pesantemente sugli stili di vita delle persone.
«Il mondo è pieno di opinioni ridicole e vane: per sostenerle, infatti, non c'è niente di meglio che l'ignoranza. E' l'ignoranza l'unica fonte delle false idee che si hanno della divinità, dell'anima, degli spiriti e di tutti gli errori che ne derivano. Ed è una consuetudine ormai prevalsa quella di accontentarsi dei pregiudizi avuti fin dalla nascita, di affidarsi per ogni cosa a persone pagate per sostenere le opinioni tradizionali accettate, e quindi interessate a persuadere il popolo, che siano vere o false. ...si insegna al popolo a crederle [le idee su Dio] senza discuterle, infondendo anzi avversione per i veri uomini di dottrina che potrebbero fargli conoscere gli errori in cui è immerso.        I sostenitori di queste assurdità hanno avuto così successo che sarebbe pericoloso combatterli. Per questi impostori è troppo importante che il popolo sia ignorante per sopportare che lo si disinganni. Così si è costretti a mascherare la verità. ...Anche i grandi e i potenti, benché sappiano di che si tratta, non vogliono né turbarla né ostacolarla [la superstizione], ben sapendo che è uno strumento molto adatto per guidare un popolo»    (Trattato dei tre impostori: Mosè, Gesù, Maometto
E' la pigrizia mentale che ci fa accontentare e accettare le credenze di una religione fin dalla tenera età, immersi in un contesto culturale in cui la consuetudine e tradizione portati avanti da così tanto tempo finiscono per diventare istinto che solo un robusto senso critico abbinato alla ricerca possono evitare:
«La nazione, il paese, il luogo dà la religione; si è di quella religione che si pratica nel luogo dove si è nati e cresciuti: siamo circoncisi, battezzati, Ebrei, Maomettani, Cristiani prima ancora di sapere che siamo uomini; la religione non è di nostra scelta ed elezione»             (Trattato dei tre impostori: Mosè, Gesù, Maometto) 

E' ancora pienamente attuale la riflessione di Feuerbach che fece nel 1846:
«Come si spiega che l'Oriente non abbia una storia così viva e così animata dal progresso come l'Occidente? Perché in Oriente l'uomo non dimentica per l'uomo la natura, non dimentica per lo splendore dell'occhio umano lo splendore delle stelle e delle pietre preziose, né per il retorico «tuoni e fulmini!» il fulmine e il tuono della meteorologia, né, per il corso delle vicende quotidiane, il corso del sole e delle stelle, e nemmeno per l'alternarsi della moda l'alternarsi delle stagioni. E' ben vero che anche l'orientale si getta nella polvere di fronte allo splendore della potenza e della dignità sovrana, politica, ma anche questo splendore non è altro che il riflesso del sole e della luna; egli vede il re non come un ente terreno e umano, ma come un ente celeste, divino.                     Ma accanto a un Dio l'uomo scompare; soltanto quando la terra si spoglia dei suoi caratteri divini gli dèi salgono al cielo, e diventano da enti reali, enti soltanto rappresentati; soltanto allora gli uomini hanno a loro disposizione uno spazio sufficiente, soltanto allora essi possono deporre ogni timidezza e mostrarsi e farsi valere come uomini. Nei confronti dell'occidentale l'orientale si trova nella situazione della campagna rispetto a quella della città. Il primo è dipendente dalla natura, il secondo dall'uomo, il primo si orienta sulla base delle indicazioni del barometro, il secondo sull'andamento della borsa, il primo sulla base dei segni dello zodiaco, che restano sempre eguali e se stessi, il secondo sulla base dei segni sempre mutevoli dell'onore, della moda e dell'opinione. Soltanto gli abitanti della città, quindi, fanno storia; soltanto la «vanità» umana è il principio della storia. Si trova in condizione di compiere azioni storiche soltanto colui che è in grado di sacrificare la forza della natura alla forza dell'opinione, la sua vita al suo nome, la sua esistenza corporea alla sua esistenza interpretata e raccontata dai posteri»             (Essenza della religione