domenica, dicembre 14, 2014

La sacralizzazione dell'amore

Davanti allo stillicidio di donne ammazzate dai loro uomini vorrei avanzare il mio pensiero per provocare e nel contempo rifllettere su questa allarmante realtà. Il contesto sociale è il matrimonio cattolico in un paese come l'Italia dove almeno formalmente il 98% è battezzato, ma includo anche il rapporto generico continuativo tra uomo e donna. Certamente la spinta a questi atti estremi testimonia la fragilltà, l'insicurezza, la paura degli uomini nel relazionarsi con una donna che di fronte alla temuta fine di un rapporto reagiscono con il metodo violento (e più semplice), fuggono dalle proprie responsabilità.
Ci sono, seppur indirette, responsabilità del matrimonio cattolico, cosiddetto "indissolubile"? Perché gli sposi promettono amore e fedeltà fino alla fine giorni, per sempre? Parole forti per chi ha sentimento religioso dette in una cerimonia solenne ma che nascondono una insidia: la sacralizzazione dell'amore.
Considerare uno dei sentimenti più naturalì, più istintivi, più belli della persona nei confronti del prossimo su un piano diverso, su una dimensione divina significa separarlo dalla realtà concreta per farlo continuare a vivere in una realtà ideale, a volte in stridente contrasto. La sicurezza e la protezione della benedizione di un Dio che proteggerà la nuova unione e soprattutto renderà indissolubile il legame, a prescindere dai comportamenti umani, «l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto» (Mt 19,6), è una specie di consolazione. E quando l'amore tra due persone finisce? Quando la realtà cambia direzione? E' una cosa del tutto naturale e non dico che è un'eccezione o al giorno d'oggi una normalità, affermo solo che è un fatto assolutamente normale vedere che il sentimento possa scemare e terminare. Invece ecco dischiudersi la tragedia, ecco fuoriuscre la violenza che colpevolizza la persona, ecco la paura di affrontare le proprie responsabilità mentre per Dio, che non sbaglia mai, l'unione rimane indissolibile, eterna, immodificabile. Imputare la colpa è sempre una necessità e non una delle tante eventualità che accadono durante il corso vita proprio perché si rende sacro l'amore, ci si aggrappa a questa metafisica quasi che fosse equiparabile a un possesso indissolubile
Per non scadere nella superficialità dovremmo prendere in considerazione altre tematiche correlate come la dignità della donna, la morale sessuale cattolica, ma credo che anche inconsapevolmente il matrimonio cattolico abbia le sue responsabilità per l'influenza su menti fragili.
Ecco come si espresse il biblista Giuseppe Barbaglio tratto dal  libro di Carmelo Abbate "Sex and Vatican. Viaggio segreto nel regno dei casti":
«L'amore tra maschio e femmina vale per se stesso: non ha bisogno di benedizioni sacre. L'amato e l'amata non sono marito e moglie, ma maschio e femmina. L'amore non ha bisogno di essere reso onesto da una struttura giuridica. Non è il matrimonio che rende onesto l'amore, se mai sarà il luogo dove si vive. L'amore ha una dimensione profondamente corporea, erotica: non ha bisogno di essere coonestato da spiritualizzazione»
E' il buon senso... che però fatica tanto a farsi strada. Sapere aude!