mercoledì, marzo 12, 2008

Terra, terra, e ancora terra

Dal 27 febbraio al 3 marzo nella Striscia di Gaza la violenza ha raggiunto dei limiti spaventosi. Nell'infinita lotta tra israeliani e palestinesi, mettere un punto fermo nelle continue azioni terroristiche e rappresaglie è impossibile, ma soprattutto sarebbe fuorviante considerare questo stato di cose come criterio per dare giudizi o critiche, ma anche per cercare di comprendere un contesto che non può essere lasciato alla superficialità. Tuttavia, è giocoforza ritenere l'uccisione di un israeliano da parte di un missile Kassam sparato indiscriminatamente dalla milizia palestinese sulla città di Sderot come la scintilla che ha scatenato la dura risposta dell'esercito israeliano. In questi pochi giorni i massacri e le distruzioni hanno stilato questi impietosi numeri: da parte paestinese, 107 vittime (27 bambini, 5 donne e 20 uomini), di cui quasi la metà (52) civili + 250 feriti; da parte israeliana, 1 vittima civile e 2 militari più 25 feriti (i dati sono presi dall'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, OCHA). La scontata reazione palestinese si è avuta con l'uccisione di otto giovani studenti in un seminario rabbinico a Gerusalemme, un'attenato simbolico proprio contro l'ideologia che alimenta l'insediamento e l'occupazione del Territori palestinesi. L'edizione on line del tabloid israeliano Yedioth Ahronoth ha pubblicato il 9 marzo un articolo del rabbino Yoel Ben-Nun, "The power of land", dove viene valutata la situazione alla luce dell'ultima azione terroristica e prospettata una soluzione sul da farsi. Ecco le parole chiave:
"Rabbi Zvi Yehuda Kook [1891-1982, ispiratore e leader del movimento dei coloni] did not educate his students to be zealous or vengeful. He always said we had no war with “Ahmad and Mustafa,” but rather, with an enemy that seeks to destroy our independence and send us back to the Diaspora. He believed and insisted that our control over the entire Land [Eretz Yisrael] if Israel is the most moral choice under the current conditions and will ultimately bring peace. Therefore, the proper revenge for the murder at the yeshiva is under no circumstances more bloodshed. This would only serve the evil members of Hamas, who are drenched in blood. The proper revenge is through land, the land of Israel. This is the only thing they [gli arabi] understand"
Sostanzialmente, l'autore consiglia allo stato d'Israele di intensificare la colonizzazione dei territori occupati mettendo in patrica il comandamento delineato nel libro biblico dei Numeri (33:53):
50"Il Signore disse a Mosè nelle steppe di Moab presso il Giordano di Gerico: 51 "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Quando avrete passato il Giordano e sarete entrati nel paese di Canaan, 52 caccerete dinanzi a voi tutti gli abitanti del paese, distruggerete tutte le loro immagini, distruggerete tutte le loro statue di metallo fuso e distruggerete tutte le loro alture. 53 Prenderete possesso del paese e in esso vi stabilirete, perché io vi ho dato il paese in proprietà. 54 Dividerete il paese a sorte secondo le vostre famiglie. A quelle che sono più numerose darete una porzione maggiore e a quelle che sono meno numerose darete una porzione minore. Ognuno avrà quello che gli sarà toccato in sorte; farete la divisione secondo le tribù dei vostri padri. 55 Ma se non cacciate dinanzi a voi gli abitanti del paese, quelli di loro che vi avrete lasciati saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi e vi faranno tribolare nel paese che abiterete. 56 Allora io tratterò voi come mi ero proposto di trattare loro"."
Quindi, non più vendetta di sangue o almeno non primariamente ma l'obiettivo fondamentale rimane sempre avere il controllo della terra di Giudea e Samaria. U
n circolo vizioso in cui il peccato originale è l'occupazione.