lunedì, novembre 13, 2006

I "fattori" che sono alla base del conflitto arabo-israeliano

Prendo spunto da una chiara dichiarazione di un funzionario del Nazioni Unite per riaffermare quali fattori (e uso un eufemismo), a mio parere, compongono le vere radici nel conflitto tra Israele e il popolo palestinese. Non mi soffermerò sui tanti crimini di guerra (impunti) compiuti dell'esercito israeliano questa estate a Gaza (più di 300 morti e per la maggior parte civili, mentre era in corso la guerra con il Libano), sulle tante incursioni, rastrellamenti, bombardamenti aerei e non (e poi alcuni dicono che la Striscia di Gaza non ha più lo status di territorio occupato...) che giornalmente terrorrizza e uccide in Palestina, sul recente massacro di Beith Hanoun, sul vergognoso veto al Consiglio di Sicurezza degli Stati Unti su una risoluzione solamente di condanna di Israele. La violenza chiama violenza e il terrorismo chiama il terrorismo. Ecco il passo:
"Israel's practice of confiscating Palestinian land, demolishing Palestinian homes, closure and the implantation of illegal settlements also continues throughout the West Bank and Jerusalem, including those in connection with the Separation Wall. I also have learned of the colonization activities in the Jordan Valley, in particular, including the active involvement of the World Zionist Organization and Jewish National Fund. Such dispossession and destruction across the Green Line, within the continuum of population transfer policies and practices, are factors that underlie the ongoing conflict. I urge the State of Israel to cease these practices and restitute confiscated lands in the interest of regional peace and security.
"