domenica, gennaio 18, 2009

I fatti contano, non le intenzioni

Diversi esponenti del governo israeliano durante il conflitto di Gaza hanno giustificato l'uccisione di un numero spropositato di palestinesi con la non intenzionalità da parte dell'esercito israeliano di causare vittime civili. In altre parole, queste vengono catalogate come "danni collaterali" in gergo militare, quindi legittime. A ciò, hanno aggiunto giustamente che il lancio di razzi Qassam sul territorio israeliano si configura come crimine di guerra poiché vi è una premeditata intenzione terroristica di Hamas di infliggere morte e terrore indiscriminatamente sulla popolazione israeliana. 
A mio parere, in questa guerra (è poi una guerra...?) anche Israele è responsabile di innumerevoli crimini di guerra, considerando che le conseguenze delle operazioni militari israeliane, ad oggi, hanno prodotto più di 1300 morti, 700 civili di cui più di 400 bambini, 5000 feriti (Fonti mediche a Gaza); mentre Israele ha subito 13 morti di cui 3 civili e 10 soldati, 4 dal fuoco amico . 
Si è cercato in molte opinioni e dibattiti al riguardo di annacquare, sminuire e offuscare la realtà di questi numeri che spaventano, cercando di mettere sullo stesso piano responsabilità e ragioni delle due parti in causa, occupante e occupato. Non è questa la realtà che ha generato questa insensata guerra.  

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