lunedì, novembre 01, 2021

Quel genio di Gianni Rodari

Nel lontano 😄 1988 frequetavo la seconda media e la professoressa di italiano con tutta la nostra classe si era impegnata a mettere in scena la novella di Gianni Rodari "C'era due volte il barone Lamberto", e mi era toccata la sorte di impersonare il "cattivo" nipote Ottavio. E' stata l'occasione fortuita durante le prove di imparare le prime mosse di scacchi ma anche nutrire la forte curiosità verso questo autore di scritti per ragazzi.

Ora riporto il suo pensiero religioso che da ragazzo (ovviamente) è stato cattolico:


«Ho scelto di vivere senza una religione e di impegnarmi in una direzione che mi sembra di assorbire abbastanza le mie capacità di impegno morale sia la capacità di autocritica, per me essenziale come l'esame di coscienza per i cattolici. In realtà credo che questo problema durerà molto di più dei disagi sociali, perché, anche quando avremo risolto tutti i problemi sociali e non esisteranno le ingiustizie, prepotenze, errori nei rapporti umani, esisterebbe poi sempre il problema dell'individuo di fronte alla morte. La religione sarà sempre un terreno su cui è possibile che nascano domande [e mai risposte certe, dico io]. Anzi, sono convinto che in una società migliore queste domande prenderebbero più rilievo di quanto non ne abbiano ora. Tuttavia mi sembra che adesso queste domande e questo tipo di impegno siano usati molto spesso per distogliere l’attenzione dai problemi reali che si possono risolvere, dalle ingiustizie reali che si possono combattere, dalle prepotenze reali a cui si può mettere fine. Cominciamo a fare questo, poi se è il caso penseremo a Dio. Può darsi che in futuro Dio esista, non lo so. Oggi ritengo che sia più importante risolvere i nostri rapporti fra uomini, fra classi e fra paesi, anche se sono convinto che questo non metterà fine ai problemi individuali. Non è facile essere completamente laici»      (Lezioni di fantastica. Storia di Gianni Rodari, di Roghi Vanessa)

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