martedì, agosto 05, 2008

Il consenso politico si costruisce sulle percezioni

Il governo ha messo in atto il piano di sicurezza inviando personale militare in gran parte delle grandi città italiane, provvedimento che concordo poiché è molto più utile mettere uomini e donne a controllare e pattugliare punti sensibili che farli rimanere in caserma. Un'utilità che solo la mera presenza eleva sia la deterrenza contro possibili infrazioni sia la percezione dei cittadini verso le istituzioni.
Un tema, quello della sicurezza, che è stato al centro delle recente campagna elettorale e abilmente cavalcato dai mass-media dove la consueta carrellata di morti, condita di lugubri sigle e interviste shock delle vittime, ha creato a mio parere un senso di insicurezza generale. Poco importa che diversi rapporti affermino come, ad esempio, Roma si collochi ai primi posti come capitale con meno reati: quello che conta è la percezione della realtà, che può a volte essere stravolta, e come crearla per i politici.
Oltre al problema sicurezza, vorrei sottolineare un'aspetto poco trattato ma puntualmente sottolineato dal Financial Times ("Italy gets tough on crime while neglecting corruption"): la vitalità della corruzione nel nostro paese. Il poco invidiabile dato compilato dall'organizzazione Trasparency International si attesta al 41° posto, dietro a paesi come il Botswana (38°) e il Qatar (32°), e a tutti i paesi dell'Unione europea prima dell'allargamento del 2004, eccetto la Grecia (56°).
clipped from en.wikipedia.org
Overview of the index of perception of corruption, 2007
Overview of the index of perception of corruption, 2007
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