«L'illuminismo è dunque l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro, imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!» (IMMANUEL KANT)
martedì, settembre 30, 2008
"Not intervening for a weak child who needs help against a strong child is intervening for the strong child"
lunedì, agosto 25, 2008
Il carattere umanitario nel finanziamento agli insediamenti
«the Israeli settlements in the Occupied Palestinian Territory (including East Jerusalem) have been established in breach of international law» [para. 120]
e sopratutto:
«All States are under an obligation not to recognize the illegal situation resulting from the construction of the wall and not to render aid or assistance in maintaining the situation created by such construction; all States parties to the Fourth Geneva Convention relative to the Protection of Civilian Persons in Time of War of 12 August 1949 have in addition the obligation, while respecting the United Nations Charter and international law, to ensure compliance by Israel with international humanitarian law as embodied in that Convention» [para. 163]
Nel leggere l'articolo "U.S. tax breaks help Jewish settlers in West Bank" mi sono ancora una volta e con amarezza mista a ilarità ironica come, dopo più di quarant'anni, non c'e' una volontà politica all'orizzonte che risolva il conflitto mediorientale. Riuscirà la pace dei leaders a stravolgere la politica dei fatti? A quale prezzo? O sarà troppo tardi?
domenica, agosto 10, 2008
«The Israeli hunger for land »
«Jewish nationalism is scarcely any different from the nationalism of Central and Eastern Europe: ethnocentric, religious and cultural, immersed in the cult of an heroic past. It has no difficulty in refusing to others the same elementary rights which, in all tranquillity, it demands for itself. Thus Zionism, confident of its right to reclaim all the historic land of our kings and prophets, was unable to conceive that there could be any other legitimacy in the land of the Bible.So we must ascribe the beginnings of our settlement of Arab lands to the very nature of our nationalism, not to the heady victories of war or the passing extinction of some humanist value. If we had just wanted to keep the territories as bargaining counters for peace, the day the Arabs were prepared to negotiate, why not have kept them under the rules of strict military occupation together with absolute respect for international law?»
martedì, agosto 05, 2008
Il consenso politico si costruisce sulle percezioni
mercoledì, luglio 23, 2008
Quando le vere vittime sono i bambini...
sabato, luglio 12, 2008
Abusi sessuali e Chiesa cattolica: solo incompatibilità?
"The battle for the territories"
lunedì, giugno 30, 2008
Israele nei pensieri degli americani
martedì, maggio 13, 2008
La visione accademica del "processo di pace" e la dura realtà dei fatti
mercoledì, marzo 12, 2008
Terra, terra, e ancora terra
lunedì, febbraio 18, 2008
Un'indipendenza azzardata
domenica, febbraio 10, 2008
La conversione degli ebrei nella liturgia cattolica
"Preghiamo anche per gli ebrei, affinché Iddio Signore nostro illumini i loro cuori e riconoscano Gesù Cristo come Salvatore di tutti gli uomini. Preghiamo. Dio onnipotente ed eterno, che vuoi che tutti gli uomini siano salvati e arrivino a riconoscere la verita', concedi benevole che tutto Israele sia salvato all'ingresso della pienezza dei popoli nella tua Chiesa". (Trad. latina: "Oremus et pro Iudaeis. Ut Deus et Dominus noster illuminet corda eorum, ut agnoscant Iesum Christum salvatorem omnium hominum. Oremus. Flectamus genua. Levate. Omnipotens sempiterne Deus, qui vis ut omnes homines salvi fiant et ad agnitionem veritatis veniant, concede propitius, ut plenitudine gentium in Ecclesiam Tuam intrante omnis Israel salvus fiat. Per Christum Dominum nostrum. Amen."). (Trad. inglese: "Let us also pray for the Jews: that God our Lord might enlighten their hearts, so that they might know Jesus Christ as the Savior of all mankind. Let us pray. Let us bend our knees (kneel). Please rise. Almighty and eternal God, whose desire it is that all men might be saved and come to the knowledge of truth, grant in your mercy that as the fullness of mankind enters into your Church, all Israel may be saved, through Christ our Lord. Amen.").
Sono state eliminate parole come "cecità", "tenebre" e frasi come "tolga il velo dai loro cuori", tutte espressioni richiamate dalla letteratura paolina (2 Corinzi 3:13-16; 4:3-6;), ma rimane sempre l'intestazione della preghiera "per la conversione gli ebrei" e, più in generale, il suo significato proiettato verso una futura conversione degli ebrei, questione fortemente criticata dalle varie comunità ebraiche della diaspora, sopratuttto da quella americana, per la volontà di eliminare l'identità ebraica. A mio avviso, rimuovere questi termini offensivi va nella giusta direzione ma si deve sottolineare come le comunità ebraiche non possano e debbano intromettersi nella formulazione di una preghiera di altra fede. Le modifche non la rendono più offensiva e non giustificano ancora critiche. Il contesto della preghiera universale del Venerdì Santo per tutti gli uomini risalente alla prima Cristianità (cfr. 1 Timoteo 2:1-7) evidenzia la centralità di Gesù e della Croce per la salvezza dell'intera umanità, ebrei inclusi. Proprio la vocazione universale della Chiesa cattolica (a differenza dell'ebraismo) e il suo dogma principale suggeriscono come non ci sia alternativa al corpo di Gesù Cristo per la salvezza. In questo quadro penso sia più che legittimo pregare per gli ebrei e invocare la loro conversione proprio durante la celebrazione del Venerdì Santo dove Gesù è morto per tutti. Sarà proprio San Paolo, l'Apostolo dei Gentili, che nella lettera ai Romani (9:1-5) vedrà nell'incredulità del popolo ebraico la colpa principale e l'ostacolo verso una conversione più intima che subìta esternamente:
"Perché l'incredulità dei Giudei
Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dá testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e possiedono l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen."
lunedì, dicembre 03, 2007
Diritto internazionale vs negoziati politici
martedì, novembre 27, 2007
More sticks than carrots
sabato, luglio 14, 2007
Da "perfidi ebrei" a "fratelli maggiori": i rischi del ritorno alla Messa tridentina
domenica, marzo 11, 2007
Civiltà è riconoscere dignità alla Donna
martedì, gennaio 02, 2007
Lettera alla giornalista Fiamma Nirenstein
"Signora Nirenstein, sono fermamente contrariato per il suo articolo "la guerra che verrà" nel numero odierno di Panorama in edicola.
Senza voler entrare nel dettaglio, mi sembra evidente che Lei alimenti con questo articolo il dibattito di chi sostiene che ORAMAI siamo trascinati in un clima di guerra e conflitto permanente, già di per se stesso pubblicizzato dalla "guerra al terrorismo" americana. Lei parla sempre di nemici, terroristi/smo, guerre future e imminenti date per certe come se stesse chiacchierando al bar, che sò, di risultati sportivi. Mi piacerebbe, invece, che lei parlasse più spesso di diritti umani, diritto internazionale e umanitario, giustizia, tolleranza, cooperazione. Ponesse l'accento su questi aspetti. Con questo modo fare giornalismo istiga alla consapevolezza di credere che il mondo contemporaneo, soprattutto dopo i tragici avvenimenti dell'undici settembre 2001, viva in un clima di guerra permanente e di paura. La sicurezza come giustificazione di ogni comportamento. Tuttavia, credo che dobbiamo distinguere nettamente lo stato di guerra (l’eccezione) dallo stato di pace (la regola), e non appiattire il concetto guerra a un ornamento della politica internazionale. La Carta dell'ONU, dopo il tremendo massacro europeo e non del '900, intima a ribadire questo principio.
Lei elenca, giustamente, le minacce che incombono sulla sicurezza di Israele quali, Hamas, Hezbollah, Iran e Siria, ma si è mai chiesta cosa Israele può fare seriamente per la pace sua e dei suoi vicini, senza cercare ostinatamente la via dello scontro? Sono certo che qualche esempio saprà darmelo.
Queste sono questioni di tale complessità che non devono essere affrontate in modo semplicistico e superficiale. Coerenza e obiettività sono pilastri di un buon giornalismo al servizio della collettività. Si interroghi, rifletta e mi faccia sapere."
Nazzareno Tomassini
lunedì, novembre 13, 2006
I "fattori" che sono alla base del conflitto arabo-israeliano
lunedì, ottobre 02, 2006
Colonization and occupation
Nazzareno Tomassini